22 aprile 2012

Crescere, Come?


Il tema della Crescita è l’argomento su cui puntare tutte le forze.
Abbiamo già osservato che il rigore delle prime fasi del governo Monti, unito a liberalizzazioni e semplificazioni, possono permettere da un lato l’allontanamento dal baratro dell’insolvenza e dall’altro una razionalizzazione della “macchina Italia”. Tuttavia questi elementi sono solo propedeutici ad uno sviluppo e non sono sufficienti, come faceva notare Scarpinato nel suo articolo dal titolo “LA GRECIA E’ VICINA”, già pubblicato nel Blog www.Europasiamonoi.wordpress.com. nel marzo 2012.
Scarpinato sottolineava il grande peso della Illegalità ( e di conseguenza della Corruzione e della Criminalità Organizzata); noi riteniamo che oltre a operare in questa direzione, sia essenziale anche l’ammodernamento delle strutture con le quali si ha a che fare a ogni passo. Anche lo sforzo di razionalizzazione del cosiddetto “mercato del lavoro” è stato impostato in questa ottica.
Ma tutto ciò non dà automaticamente luogo alla Crescita e senza la Crescita ogni sforzo di razionalizzazione alla fine potrebbe risultare insufficiente.
Di questo tema vogliamo parlare a Calco con un brillante economista, molto disponibile ad aiutarci a capire i meccanismi della macroeconomia, il prof, Francesco Paoletti della Università Milano Bicocca, e con un imprenditore ben conosciuto nel territorio Meratese per la attività della Calvi, l’azienda leader nel mondo per la produzione di profili metallici, l’ing. Riccardo Chini. Riccardo Chini esporrà la filosofia della sua impresa e indicherà gli elementi su cui ne fonda lo sviluppo.
L’incontro sarà il giorno 27 aprile alle ore 20,45, nella sala civica di Calco, in via Volta.

Augusto Rimini
segretario circolo PD Calco

11 aprile 2012

Sono finiti i tempi dei partiti dei leader?

La attuale situazione politica sembra indicare il tramonto del Partito del leader, cioè dei movimenti politici quasi esclusivamente identificati dal proprio padre fondatore e leader carismatico.

A ben guardare però, la situazione non sembra così generalizzabile.

Il discorso ovviamente si adatta perfettamente alla situazione del partito di Berlusconi, che pur cambiando nome non ha mai cambiato la sua fisionomia di partito azienda guidato da un capo unico e ben definito, mai eletto e mai sotto giudizio degli iscritti.

Con la crisi personale del leader, il partito di Berlusconi è ovviamente andato in difficoltà.

Lo stesso discorso però non si può applicare sic et simpliciter a tutti gli altri partiti che presentano uno schema simile. Proviamo a vedere perché:
  • IDV, da un punto di vista strutturale è il partito che più assomiglia al movimento berlusconiano, poiché vive quasi esclusivamente sul carisma del proprio fondatore Di Pietro, non sembra avere una base radicata nel paese. Il primo obiettivo dell’IDV è sempre apparso essere la sconfitta di Berlusconi. Paradossalmente, il problema dell’IDV oggi è quindi quello di sopravvivere alla fine di Berlusconi, dovendo trovarsi nuovi obiettivi e nuove strategie. Per ora Di Pietro ha solo trovato un nuovo nemico in Monti, ma non può essere questa la strada definitiva, per cui il partito è in un periodo di transizione che sembra confermare come lo schema del partito del leader non funzioni più
  • FLI, in un certo senso anche qui il padre fondatore Fini è l’indiscusso leader, ma in questo caso la situazione è differente. Il FLI ha la possibilità di tornare ad essere partito di ispirazione popolare raccogliendo le istanze di una destra moderna che in Europa ha spesso goduto di successi elettorali importanti. In questo caso la fine del berlusconismo rappresenta una opportunità per uscire dalla destra populista e tornare a fare politica
  • UDC, anche in questo caso il leader indiscusso è Casini, che sta tramando per tornare ad un Italia proporzionalista in cui un partito come il suo può agire da ago della bilancia post-elettorale per ottenere ruoli rilevanti con una minima, ma decisiva, percentuale di voti. Un pericoloso ritorno al passato che attualmente sembra quanto mai probabile
  • Lega, il travaglio del movimento secessionista nasce dalle difficoltà del suo leader maximo e del suo cerchio magico, ma in realtà il movimento ha una sua presenza nel territorio e soprattutto ha una rispondenza culturale in una fetta significativa di popolazione che si riconosce nel populismo, nella filosofia del padroni a casa nostra, nell’individualismo come libertà personale e come obblighi per tutti gli altri, in particolare per chi riconosco come diverso da me. In questo caso la base culturalerimane ed è sul piano culturale che va combattuta la battaglia, non è (solo) un problema di leader, si tratta di sconfiggere una visione sociale negativa e diffusa.
In questo scenario il PD ha la grande chance di emergere come unico partito a base popolare, radicato nel territorio, presente con i circoli nei paesi, a contatto con i cittadini. il partito deve investire nei circoli, aiutarli ad essere presenti, visibili, attivi.

Il partito deve coinvolgere i circoli e gli iscritti nel processo decisionale, non deve cedere alla tentazione di pericolosi accordi sulle legge elettorale che ci riportino ai tempi in cui il governo era deciso dai segretari dei partiti dopo le elezioni. Il contatto con la base e con i cittadini deve essere il motore per partecipare ad una fase di vero rinnovamento. In tal senso, anche un cambio generazionale della classe dirigente appare coerente e necessario, ed andrebbe a mio avviso applicato non tramite traumatiche guerre fra correnti ma con un approccio condiviso che permetta alla esperienza degli attuali dirigenti di rimanere disponibile. Il congresso, le primarie e tutte le altre forme di democrazia devono essere utilizzate per rinnovarsi nella continuità dei valori da difendere e da promuovere.


Canzio Dusi
Twitter: @CanzioDusi

06 aprile 2012

Maggioritario o proporzionale?

E’ fondamentale modificare la attuale legge elettorale in Parlamento.Per farlo, serve che una maggioranza di parlamentari converga su una proposta.
Detto questo, poiché ogni partito avrebbe la sua proposta, o si trova una sintesi che comprenda le diverse opzioni rischiando di generare l’ennesimo compromesso che non risolve nulla, oppure qualche partito arretra accettando la proposta che sembra avere più chance di raggiungere una possibile maggioranza di voti.
Se questo sarà il processo seguito per archiviare l’attuale vergognosa legge elettorale e ridare agli elettori la possibilità di scegliere da chi essere rappresentati, sarà giusto sostenere la nuova legge pur se non ci soddisfa.
Ricordiamo con l’occasione che il PD sostiene la legge elettorale maggioritaria uninominale a doppio turno.
Quale è il vantaggio del maggioritario rispetto al proporzionale?

Il principale vantaggio del meccanismo maggioritario consiste nel fatto che le coalizioni di governo ed i relativi programmi si definiscono prima di andare a votare, così l’elettore sceglie chi e come governerà.
Quando c’era il proporzionale, infatti, per esempio, un elettore particolarmente attento al problema della famiglia votava per la DC che nel suo programma prevedeva leggi di sostegno all’istituzione familiare.
Poi però il governo era composto da 5 partiti, i segretari di partito nominavano un primo ministro che magari l’elettore che stiamo usando ad esempio non avrebbe mai votato e il nuovo programma di governo non conteneva alcuna norma a favore della famiglia.
Il difetto del maggioritario invece sta nel fatto che chi vince, anche con un solo voto di scarto, governa e non c’è distribuzione proporzionale dei seggi rispetto ai voti. Inoltre, il maggioritario funziona se la coalizione resta compatta e coerente.

Il maggioritario a doppio turno, infine, permette di pesare al primo turno le varie componenti proprio per rendere poi più stabile la coalizione vincente.

Canzio Dusi
Twitter: @CanzioDusi

05 aprile 2012

Imbersago: verbale di riunione


Si è svolta in data 29 marzo la riunione su “mercato del lavoro e proposta Monti” del circolo PD di Imbersago e sentita la comunicazione di Gigi Cattaneo si è aperta una franca e vivace discussione che ha visto alla fine comunque i partecipanti in linea di massima convergere sulle seguenti valutazioni:

Il circolo PD di Imbersago ritiene utile perseguire una “manutenzione”del complesso delle norme sul mercato del lavoro rafforzando il principio della tutela del lavoratore prima della tutela del posto di lavoro, e ritiene pertanto utile:
  1. agevolare l’utilizzo “prevalente” del contratto a tempo indeterminato attraverso un graduale e progressivo decremento degli oneri contributivi a carico dell’azienda in contemporanea con la diminuzione degli oneri fiscali a carico dei lavoratori.
  2. semplificare ed estendere l’utilizzo dell’apprendistato, (professionalizzante) anche ad un’età superiore a quella oggi prevista;
  3. stringere le maglie dei controlli sulle forme improprie di contratto atipici (contr. a progetto, partite IVA ecc.) senza penalizzare l’utilizzo legittimo di questi strumenti;
  4. nel suo insieme la proposta può essere considerata complessivamente positiva proprio per il tentativo che promuove di ridurre e rendere più stabili il posto di lavoro nonché nel garantite le opportunità di ingresso al lavoro, sia per il prevalente contratto finalizzato all’assunzione a tempo indeterminato, sia perché propone una serie di interventi finalizzati alla riduzione ed al superamento del precariato e delle sue molteplici forme;
  5. attenzione va comunque prestata da parte del PD al mondo delle partite Iva sia in termini di “pulizia” rispetto a quelle strumentalmente utilizzate, sia rispetto ad una normativa chiara che ne legittimi e precisi le modalità di impiego con eventuali strumenti di difesa occupazionale e di garanzie del reddito.
L’ampliamento e l’ammodernamento degli ammortizzatori sociali è un fatto positivo così come l’incentivazione degli strumenti bilaterali, tutto ciò deve essere sostenuto da risorse certe (recupero evasione contributiva, aumento dei contributi contratti atipici, altri da individuare).

I tempi di attuazione se da un lato rischiano di scollare una situazione già compromessa, possono però rappresentare un ulteriore momento di sistematizzazione e di protezione delle forme occupazionali più deboli.

Per quanto riguarda la modifica dell’articolo 18, pur con tutte le cautele del caso, condividiamo le preoccupazioni espresse dalla Segreteria Nazionale e auspichiamo, nella logica del raggiungimento di un accordo complessivo sulla manovra, che prevalga una modifica, per quanto concerne i licenziamenti per motivi economici, che si ispiri al “ modello tedesco”.

La riunione si è chiusa indicando la prossima scadenza tra 15 giorni per una prima valutazione sulla questione “riforma elettorale” e con ulteriori riflessioni sull’andamento della discussione parlamentare sulla manovra sul mercato del lavoro.