“La libertà non è star sopra un albero, non è neanche il volo di un moscone, la libertà non è uno spazio libero, libertà è partecipazione...”, canta Gaber.
Libertà è partecipazione ma anche libertà e partecipazione.
Due cose distinte solo da un piccolo accento ma legate da una profonda ed inscindibile relazione di causa ed effetto.
Si perché...quando mi guardo nello specchio “ci deve sempre pensare qualcun altro”.
Noi siamo impotenti... siamo solo inerti spettatori, umili “portatori d’acqua”, guardiamo ma non tocchiamo.
Non ci azzardiamo a toccare.
Ogni volta tutto avviene “sopra le nostre teste”.
Si “mettono le mani nelle tasche degli italiani”, però non si dovrebbero mai mettere nelle nostre di tasche, quasi che fossimo cittadini neozelandesi, perché “abbiamo già dato”.
E via così indignandosi di luogo comune in luogo comune.
E, a proposito di comune, adesso parliamo di casa nostra, di Calco, del Meratese, della Provincia di Lecco, della Lombardia.
Mentre si sta sviluppando la manovra “Cresci Italia”, niente e nessuno ci impedisce di progettare una nostra piccola manovra “Cresci Calco”, fatte naturalmente le debite proporzioni e, soprattutto, senza montarsi troppo la testa.
La nuova IMU di fatto potrebbe suonare come un beffardo “cavatevela da soli”.
Possiamo piangerci addosso, accusando lo Stato, anche a ragione, di intascarsi i nostri soldi, oppure possiamo provare ad interpretare questa come una sfida in positivo e magari possiamo anche riuscire a vincerla, attingendo a risorse che fino ad ora non siamo stati capaci di sfruttare, perché no?
I periodi di crisi dovrebbero servire anche a questo, o no?
Per riuscirci abbiamo bisogno dell’impegno di tutti e di una classe dirigente che sia in grado da fare bene il suo lavoro.
Sia chiaro che non considero che quella attuale sia incapace “in toto”, anzi.
Sarebbe ingiusto e populista pensarlo ed oltretutto profondamente ingeneroso nei confronti di molte, moltissime persone che si spendono ogni giorno con impegno e dedizione, per fare al meglio il proprio lavoro, in condizioni molte volte difficilissime.
Però continuo a percepire urgente, sempre più a stento repressa, l' impellente necessità di guardare tutti, tutti noi, alla politica con un atteggiamento nuovo, aperto ed originale, rivolto verso l’interpretazione e la concreta, quotidiana, attuazione della politica, della buona Politica.
Abbiamo “semplicemente” bisogno che anche altre persone si calino nella realtà odierna per quella che è, per dare una mano liberamente, per dare il loro contributo concreto con autentico spirito riformatore.
Non solo gli addetti ai lavori o i “soliti noti”.
Nuovi punti di vista, freschi, autonomi e possibilmente anche entusiasti, che propongano idee, delineino “le nuove forme” della Politica, quella con la “P” maiuscola che vorremmo.
Per me anche questo significherebbe agire da riformatore in concreto.
Abbiamo bisogno di persone di talento che sentano l’esigenza di “mettersi in gioco” spontaneamente, senza aspettarsi nulla in cambio se non l’intima e personale soddisfazione di aver contribuito alla costruzione di qualcosa che contenga anche le loro idee, un pezzettino del modello di Società che hanno nelle loro teste.
Persone, Cittadini che sentano dentro di loro l’esigenza di mettersi in gioco, senza alibi, senza mettere le mani avanti, senza schivare le responsabilità, senza dietrologie, senza retro pensieri tipo “se lo ha fatto è perché sicuramente avrà il suo bell’interesse”, soprattutto senza pregiudizi e precondizioni.
Quando ciascuno “butterà li, sul tavolo” quello che vorrebbe, le proprie idee, le sue proposte, apertamente, liberamente, laicamente, con entusiasmo, allora da quel materiale ancora grezzo ed informe, potremo cominciare a sbozzare una, due, tante proposte concrete da far circolare per “vedere l’effetto che fa”.
Attenzione: ciascun contributo sarà comunque prezioso, anche il più piccolo ed umile, forse soprattutto il più piccolo ed umile.
Ho iniziato con una citazione di Giorgio Gaber, poi ci ho infilato Enzo Jannacci, lasciatemi concludere con Francesco De Gregori:

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