Oggi mi permetto di segnalare una situazione che purtroppo conosco molto bene ma che credo rappresenti con chiarezza cosa sta succedendo in Italia e quanto il nostro paese stia mettendo a rischio il proprio futuro.
La Alcatel Lucent è una azienda che progetta, produce e commercializza apparati di telecomunicazione.
Alcatel Lucent Italia impiega oggi 2000 addetti, di cui 1300 a Vimercate.
20 anni fa, la azienda occupava 17000 lavoratori.
Gli addetti attualmente occupati sono in massima parte ricercatori di alto livello professionale, laureati e specializzati in progettazione di apparati di trasmissione.
Alcatel Lucent Italia è una delle poche aziende che assume giovani laureati per fare ricerca tecnologica e l’unica nel campo strategico delle trasmissioni in Italia.
Alcatel Lucent ha riportato risultati positivi nel 2011, facendo utili e ottenendo risultati molto incoraggianti nell’ultimo quarto. Gli ultimi neolaureati in Italia sono stati assunti lo scorso Dicembre.
Nonostante non sia una azienda in crisi, ALU ha annunciato 700 esuberi in Italia di cui 490 a Vimercate, colpendo in modo estremamente consistente per la prima volta la parte legata alla ricerca ed allo sviluppo di nuovi prodotti.
Per vendere in USA, infatti, ALU è obbligata a rinforzare la ricerca e sviluppo negli Stati Uniti. Ogni ricercatore in USA costa almeno il doppio di un ricercatore italiano e nello specifico campo la competenza dei ricercatori di Vimercate è come minimo equivalente.
ALU non può presentare costi di ricerca e sviluppo aumentati per non peggiorare i conti trimestrali, anche se si tratta di investimenti per nuovi progetti che amplieranno l’offerta.
La soluzione trovata prevede di diminuire sensibilmente la R&D in Europa e nello specifico in Italia.
Le conseguenze di un così sostanzioso indebolimento, che potrebbe portare il centro di ricerca di Vimercate sotto la massa critica per cui ha senso affidare la missione di progettare nuovi prodotti, non si limita alla perdita di centinaia di posti di lavoro, ma anche ad un impoverimento dell’indotto, stimabile in almeno altri 200 posti di lavoro (stima per difetto) e soprattutto chiude l’ultimo sbocco che i giovani italiani laureati in ingegneria delle telecomunicazioni avevano per fare ricerca nel campo delle trasmissioni.
I giovani italiani saranno perciò obbligati a cercare lavoro all’estero ed in Italia si perderà una competenza fondamentale per spendere correttamente i soldi pubblici potenziando adeguatamente le infrastrutture informatiche.
Infine, Università di prestigio come il Politecnico perdono uno degli ultimi, se non addirittura l’ultimo, partner industriale italiano nel campo delle trasmissioni per fare innovazione in Italia e per avviare i giovani laureati verso il mondo del lavoro con una adeguata preparazione anche sul campo.
Si tratta insomma di una battaglia che l’intero sistema paese non può perdere.
Canzio Dusi
Twitter: @CanzioDusi
15 mila addetti persi in 20 anni e ora dismettono in Italia per aprire negli USA.
RispondiEliminaC'è qualcosa che non va, abbiamo commesso errori che vengono da lontano.
La differenza tra destra e sinistra sta anche nell'essere conservatori gli uni, progressisti gli altri.
Noi siamo progressisti, significa che non abbiamo paura di cambiare le cose, che siamo favorevoli al cambiamento.
E allora cambiamo.
Le cose così non vanno, dobbiamo necessariamente provare altre strade, e con coraggio.
L'alternativa è trasferirci in massa in America.